Vincent Van Gogh: gli autoritratti alla Courtauld Gallery

Vincent Van Gogh: gli autoritratti alla Courtauld Gallery

da Arte de ilsole24ore.com del 26 aprile 2022

di Nicol Degli Innocenti

Si tratta della prima mostra mai dedicata a questo tema e offre la possibilità di vedere oltre metà del totale di 35 autoritratti dipinti dall’artista olandese

Pochi artisti nella storia hanno usato l’autoritratto come forma di espressione ma anche di intensa, profonda introspezione come ha fatto Vincent Van Gogh. La Courtauld Gallery, da poco riaperta al pubblico dopo la splendida ristrutturazione delle sue sale, ha organizzato la prima mostra mai dedicata a questo tema e offre la possibilità di vedere oltre metà del totale di 35 autoritratti dipinti dall’artista olandese.

L’ordine cronologico permette di seguire l’evoluzione artistica di Van Gogh oltre al suo stato psicologico e i cambiamenti visibili sono notevoli, soprattutto tenendo presente che l’intera produzione dell’artista è concentrata nello spazio di poco più di tre anni, tra il 1886 e il 1889.

Parigi

“L’autoritratto con il cappello di feltro” del 1886, dipinto quando Van Gogh era a Parigi a sperimentare dopo avere deciso di dedicarsi alla pittura, è lontanissimo in stile e colori dall’Autoritratto con una tavolozza del settembre 1889, uno degli ultimi quadri dipinti dall’artista nell’ospedale psichiatrico di Santi-Rémy-de-Provence prima di morire.

In Provenza

Risale al periodo in Provenza anche il quadro forse più celebre di tutti, l’autoritratto con orecchio bendato del gennaio 1889, che fa parte della collezione permanente della Courtauld, dipinto dopo la sua prima grave crisi dopo il litigio con Paul Gauguin e l’automutilazione dell’orecchio in preda alla disperazione. Due ritratti in mostra sono stati riuniti per la prima volta da quando hanno lasciato lo studio di Van Gogh oltre 130 anni fa, finendo uno al Museo Nazionale di Oslo e uno alla National Gallery of Art di Washington. Sono una vivida e commovente dimostrazione dei mutamenti repentini nello stato mentale dell’artista. l primo, dipinto nel tardo agosto 1889, mostra un uomo cupo e spento, nella morsa della profonda crisi che lo aveva colpito quell’estate. Il secondo, dipinto la prima settimana di settembre, mostra un uomo forte e sicuro di sé, che con orgoglio tiene in mano la tavolozza e i pennelli come a dire che la pittura è la sua salvezza…

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