Nella villa-scrigno dei tesori Liberty si cena come agli inizi del Novecento

Nella villa-scrigno dei tesori Liberty si cena come agli inizi del Novecento

da La Stampa Torino del 30 maggio 2019
di Andrea Parodi

A Romano Canavese, tra Torino e Ivrea, a pochi passi dal lago di Candia e dai vigneti dell’Erbaluce, sorge una splendida villa con giardino di inizio Novecento, in stile Liberty. È il regno di Cristina Ariagno e di suo marito Giorgio Lorenzon. Lei stimata pianista, lui medico dentista. Insieme hanno dato vita a un sogno inseguito da anni, creando «Le Jardin Fleuri».

La loro idea, intrigante quanto coinvolgente, è stata quella di permettere ad altre persone di vivere la stessa esperienza che loro per primi vivono in casa, quella di immergersi nel fatato mondo dell’inizio del secolo scorso, nei fasti gioiosi e floreali dell’arte Liberty.

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Di fatto «Le Jardin Fleuri» è un ristorante, ma anche un elegante locale caffetteria. All’interno tutto parla il linguaggio dell’Art Nouveau. «La nostra è un’autentica passione, ma è anche una missione, quella di trasmettere la sensazione di immergersi nell’elegante atmosfera dell’inizio secolo», spiega Cristina Ariagno mentre si addentra tra le sale della sua creatura. All’interno tutto è originale e nessun dettaglio è lasciato al caso, letteralmente.

La villa, già dotata di pavimenti d’epoca e soffitti decorati, è stata interamente restaurata con passione e cura. L’arredamento e i complementi d’arredo sono autentici, frutto di un accurato collezionismo di tanti anni. Dai tavoli alle sedie «Thonet», dagli interruttori elettrici ceramici con fili attorcigliati alle tovaglie, dalle tende ricamate fino agli originali bicchierini in vetro dipinto a mano, rigorosamente con motivi floreali, per depositare gli ossicini di rana. Sul tavolo i commensali trovano tre carte. Il menù con le pietanze e la carta dei vini, come in tutti i ristoranti. Ma, curiosità tra le più impensabili, c’è anche la carta del servizio preferito – rigorosamente originale – con il quale essere serviti. E questo non solo per i piatti, anche per le posate.

Lo chef Dennis Iaccarini, giovane talento canavesano, propone piatti della tradizione piemontese con gusti rigorosamente Liberty. Agnolotti, coniglio grigio di Carmagnola brasato e speziato al timo, piccione con foie gras, indivia e scalogno, Socarrat di rane e lumache fritte, crema bruciata alla lavanda. Nelle ricette emerge l’utilizzo di ingredienti tipici dell’epoca come il rabarbaro, la liquirizia e l’assenzio. Lo stesso assenzio, detto anche «La Fata Verde» per i suoi noti effetti allucinogeni – gli stessi che permettevano a Modigliani di «allungare» i visi delle sue modelle – è servito sul bancone del bar all’ingresso, dove il barman lo prepara con il metodo classico, facendolo cadere e diluire, goccia a goccia, con dell’acqua ghiacciata, su una zolletta di zucchero, fino a scioglierla completamente. Il bancone, in legno di mogano, presenta intarsi e parti scolpite con decorazioni in vetro rosa-lilla. «Proviene dal salone del Grand Hotel di Gardone Riviera sul Lago di Garda – spiega Cristina Ariagno: – è quello sul quale Gabriele D’Annunzio sorseggiava il caffè». Attualmente è presente un’esposizione di oggetti e vestiti femminili, una mostra dedicata al ruolo della donna Liberty curata da Marilina Di Cataldo…

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