Il coraggio di Artemisia

Il coraggio di Artemisia

da Cultura Arti Visive de ilsole24ore.com del 6 ottobre 2020

di Nicol Degli Innocenti

Il coraggio di Artemisia

La mostra National Gallery fino al 24 gennaio inizia e finisce con due versioni di “Susanna e i vecchioni”, il primo e l’ultimo quadro firmato dall’artista

E’ valsa la pena di aspettare. L’apertura della grande retrospettiva della National Gallery dedicata a Artemisia Gentileschi, prevista per l’inizio di aprile, era stata rinviata e poi messa in forse dall’epidemia di Covid-19. Grazie all’impegno del direttore del museo Gabriele Finaldi, alla dedizione della curator Letizia Treves e alla disponibilità dei numerosi enti pubblici e privati che hanno prestato le opere, la mostra ha appena aperto a Londra.

La realtà supera le già elevate aspettative, con una serie di capolavori che giustificano la fama c he la Gentileschi si era conquistata in vita e rendono incomprensibile l’oblìo nel quale era caduta fino a pochi decenni fa.

La mostra inizia e finisce con due versioni di “Susanna e i vecchioni”, il primo e l’ultimo quadro firmato e datato dall’artista. Nella prima rappresentazione, dipinta nel 1610 quando Artemisia aveva solo 17 anni, l’artista dimostra non solo una straordinaria abilità ma anche un’inusuale empatia per Susanna, nuda e intimorita, che si ritrae dalla minacciosa presenza dei due anziani che la concupiscono e incombono su di lei. L’ultimo quadro, dipinto nel 1652 poco prima della morte dell’artista a Napoli, Susanna non è più nuda ma coperta da drappi che la riparano dagli sguardi lascivi dei due vecchioni e non si ritrae più impaurita ma li ferma con decisione, con la schiena dritta e la mano alzata.

Coraggiosa e combattuta transizione

La diversità delle due interpretazioni racconta la storia della Gentileschi e la sua coraggiosa e combattuta transizione da donna vittima e debole a pittrice celebrata e consapevole delle sue grandi doti, ricercata e apprezzata dai più grandi collezionisti dell’epoca come Cosimo II de’Medici, Filippo IV Re di Spagna e Carlo I d’Inghilterra.

Un iter difficile

L’iter era stato difficile. Come unica figlia del pittore Orazio Gentileschi, orfana di madre a 12 anni, il ruolo di Artemisia era di badare alla casa e ai tre fratelli minori. Non poteva girare per Roma e anche stare alla finestra era considerato un gesto indecente, ma dare una mano nello studio del padre le era consentito. Orazio fu il primo a riconoscere il suo grande talento: “Non ha eguali”, scrisse a una committente.Lo studio paterno non era un rifugio: fu qui che un assistente del padre la violentò. Dopo un lungo processo l’aggressore fu riconosciuto colpevole ma mai punito. La mostra presenta per la prima volta in pubblico il volume con la trascrizione originale del processo, in prestito dall’Archivio storico Frescobaldi…

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